DUCATO DI PARMA E PIACENZA

"le donne, i cavalier, l'arme, gli amori, le cortesie, le audaci imprese"

dai Templari alla Lega Lombarda, dai Visconti agli Sforza, da Carlo VIII di Francia ai Farnese, dai Borbone agli Asburgo

castello di Torrechiara in Val Parma

 

     

 

I Templari a Piacenza

Fin dalla prima meta’ dell’anno Millecento, si affermo’ anche nella penisola italiana la presenza organizzata e forte dei Cavalieri del Tempio di Gerusalemme, che ebbero in Piacenza uno dei loro insediamenti piu’ importanti.

Sin dal 1160 i Templari si stabilirono a Piacenza, dove edificarono la Commanderia di Santa Maria del Tempio e gestirono l'Ospitale della Misericordia annesso all'antica Chiesa di Sant'Egidio (oggi San Giuseppe all'Ospedale). La loro presenza era legata soprattutto al controllo della Via Francigena e delle altre numerose strade che raggiungevano a raggiera la città, tra le quali le importanti, Via Emilia, Via Francigena e Via Postumia.

Ai Templari fu affidata la costruzione di una fitta rete di castelli, guarnigioni e insediamenti militari, a protezione delle vie di pellegrinaggio, commercio e comunicazione verso est, ovest e da nord a sud. Vie che si ramificavano anche nelle valli minori del piacentino, spesso preferite alla Via Emilia nei momenti di disordine e guerra.

 

     

 

 

 
i Cavalieri Templari
 
la chiesa templare di Sant'Egidio a Piacenza

 

La Via Francigena ( testo da Wikipedia )

Nel Medioevo fortificazioni sorsero sui due percorsi più importanti che attraversavano il piacentino: la via Francigena che conduceva i pellegrini a Roma e il passaggio verso il mare attraverso la val Trebbia, per mantenerne un controllo sicuro Carlo Magno istituì i Feudi Imperiali assegnandoli a famiglie fedeli. I turbolenti secoli che seguirono videro avvicendamenti di signori e regni, lotte tra Guelfi e Ghibellini, passaggi di eserciti, cambi dei confini, con i conseguenti assalti, assedi, distruzione dei castelli e successiva ricostruzione. Quando, per le mutate condizioni storiche, l'importanza difensiva dei castelli venne meno furono trasformati in sontuose residenze nobiliari, ampliati ed arricchiti con nuove ali, loggiati, affreschi e arredi lussuosi.

 

     

 

 

mappa della Via Francigena

 

 

 
la Via Francigena in autunno
 
alla scoperta della Via Francigena

 

Storia di Piacenza dal XII al XV secolo (testo da Wikipedia)

Piacenza fu un importante Libero Comune (dal 1126) aderente alla Lega Lombarda e nel XII secolo partecipò alla guerra contro il Barbarossa, scendendo in campo con gli altri comuni della Lega Lombarda nel 1176 (fra i quali vi era anche Bobbio) in occasione della battaglia di Legnano (...)

 

     
 

 

 

la "Battaglia di Legnano"  di Amos Cassoli ( FirenzeGalleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti )
 
Federico III Hohenstaufen o  Federico I del Sacro Romano Impero, detto Barbarossa, in una miniatura da un manoscritto del 1188, Biblioteca Vaticana.

 

Piacenza combatté con successo contro i comuni confinanti di CremonaPavia e Parma, riuscendo ad allargare i suoi domini al contado [e alle valli piacentine] e strappando ai Malaspina e al vescovo di Bobbio il controllo delle vie commerciali per Genova, dove già erano insediati i primi banchieri piacentini. (...) Le attività mercantili e agricole assai fruttuose nei secoli XII e XIII, portarono ad un notevole arricchimento urbanistico della città. Dalla seconda metà del XIII secolo furono frequenti le lotte intestine per il potere e l'amministrazione e quindi si susseguirono alla guida del territorio di Piacenza e del circondario i PallavicinoMatteo I e Gian Galeazzo Visconti e Alberto Scoto (o Scotto) eletto nel 1290 signore perpetuo della città che resse fino al 1304 e poi con interruzioni sino al 1313.

Sotto quest'ultimo governante, mercante e banchiere che fu signore anche di Tortona (AL) e Novara e per breve tempo di Milano, nel 1313fu assediata. Nel 1336Pinalla Aliprandi, a capo di una parte dell'esercito di Azzone Visconti, devastò le terre intorno a Piacenza e partecipò all'assedio della città, che capitolò nelle mani dei viscontei e rimase in loro dominio fino al 1447. Il duca Gian Galeazzo riformò lo statuto cittadino e trasferì temporaneamente a Piacenza la sede dell'Università di Pavia. Passerà poi, dopo un terribile assedio che si concluse con la deportazione di migliaia di cittadini, agli Sforza cui resterà fino al 1499.

 

     

 

 

 
Gian Galeazzo Visconti (1347-1402) in un'incisione
 
Galeazzo Maria Sforza (1469-1494)

 

Carlo VIII a Piacenza

Della presenza di Carlo VIII di Francia (1470-1498) a Piacenza e nelle vallate piacentine, durante la sua discesa in Italia il 3 settembre 1494 con un esercito di circa 30.000 uomini, parla anche Francesco Guicciardini nella sua Storia d'Italia, laddove scrive:

“Da Pavia andò il re a Piacenza, dove essendosi fermato sopravenne la morte di Giovan Galeazzo, per la quale Lodovico che l'avea seguíto ritornò con grandissima celerità a Milano. Soprastette alcuni dí Carlo in Piacenza non senza inclinazione di ritornarsene di là da' monti, perché la carestia de' danari e il non si scoprire per Italia cosa alcuna nuova in suo favore lo rendevano dubbio del successo..."

 

     

 

 

 
Carlo VIII di Francia (1470-1498)
 
La battaglia di Fornovo (6 luglio 1495) tra l'esercito di Carlo VIII e la Lega Antifrancese

 

Piacenza capitale del Ducato di Parma e Piacenza (testo da Wikipedia)

Su una moneta del XVI secolo è impresso il motto: "Placentia floret" poiché la città stava nuovamente sbocciando grazie al lavoro delle campagne circostanti. Sempre nel corso del Cinquecento vennero ricostruite le mura cittadine. Fu governata dalla monarchia francese fino al 1521, poiché il re Luigi XII rivendicava il possesso del Milanese di cui aveva fatto parte anche il Piacentino sotto le dominazioni delle due famiglie lombarde. Andrà allo Stato Pontificio sotto la reggenza di papa Leone X, rimanendoci per un breve periodo in quanto nel 1545 divenne capitale del Ducato di Piacenza e Parma sotto la famiglia Farnese.

Il Ducato di Parma e Piacenza (testo da Wikipedia)

Nel 1545 il papa Paolo III creò il Ducato di Parma Piacenza per destinarlo a suo figlio Pier Luigi. (....) Durò oltre tre secoli, passando dai Farnese ai Borbone nel 1731. La dominazione borbonica fu intervallata da due periodi di reggenza asburgica e dall'annessione al Primo Impero Francese, durata dal 1808 al 1814. Nel 1859 i territori ducali furono incorporati alle province d'Emilia e successivamente annessi al Regno di Sardegna tramite il referendum del 5 marzo 1860.

 

     

 

 

 
Papa Paolo III (1468_1549) in un dipinto del Tiziano
 
Paolo III nomina il figlio Pierluigi duca di Parma e Piacenza
(Sebastiano Ricci, 1687)

 

Maria Luisa d'Austria la duchessa più amata (testo da Wikipedia)

Le misure stabilite dal Trattato di Fontainebleau dell'11 aprile 1814 e confermate dal Congresso di Vienna, restaurano il ducato come Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla, seguito all'abdicazione di Napoleone, affidandolo sotto la protezione dell'Austria, alla moglie di questo: Maria Luigia d'Austria, figlia dell'imperatore Francesco I.

(...) La sovrana diede impulso alla costruzione di numerose opere, inaugurò i ponti sul fiume Taro e Trebbia, fece costruire il cimitero della Villetta, restaurare l'Università che Napoleone aveva retrocesso al ruolo più modesto di Accademia, inaugurò il Teatro Regio e istituì il Conservatorio.

Fin dall'inizio del suo governo dimostrò di essere una sovrana illuminata e sotto la sua reggenza, nel 1820, viene pubblicato il Codice Civile per gli Stati Parmensi, di grande importanza per la storia del diritto italiano. Si interessò subito, in modo molto attento, della prevenzione e della lotta alle epidemie, con una serie di regolamenti del 4 marzo 1817 che dovevano servire a contrastare un'epidemia di tifo e assistette di persona al fabbisogno di poveri, indigenti e ammalati. Maria Luigia dedicò anche un particolare interesse alla condizione femminile e nel settembre del 1817 inaugurò l'Istituto di maternità e la Clinica Ostetrica Universitaria. Pensò anche ai malati di mente, che fece trasferire in un ambiente ampio e confortevole, chiamato l'Ospizio dei Pazzerelli, che fu ubicato in un convento cittadino.

(...) Nell'immaginario piacentino e soprattutto parmense, Maria Luigia gode tuttora di un aurea di magnificenza tanto da essere ricordata quale la reggente più amata dal popolo ed il suo governo considerato tra i migliori della storia ducale. A Parma si organizzano regolarmente ogni anno convegni e mostre che raccontano e documentano le opere della sovrana. Sulla tomba di Maria Luigia, nella Cripta dei Cappuccini a Vienna, vengono sempre deposte dai parmigiani in visita i fiori di violetta, uno dei simboli della città.

 

     

 

 

 
Maria Luisa (1791-1847), imperatrice dei francesi. Ritratto di François Gérard.
 
Stemma del Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla